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Teas gaoithe aduaidh nó fuacht gaoithe aneas, sin báisteach / Il calore del vento del nord ed il freddo del vento del sud, significano pioggia

venerdì 18 luglio 2014

Il mondo BIO

flickr-2796707394-hdScegliere di utilizzare prodotti bio o eco-bio, nel mio caso, è stata quasi una scelta disperata, all’inizio, e tutto è cominciato con la ricerca di uno shampoo senza siliconi, per disintossicare i capelli. Poi ho cominciato ainformarmi sugli ingredienti che i prodotti tradizionali utilizzano, ho iniziato a leggere gli inci, a volere per me e per il mio corpo qualcosa “di più“.
“Di più” che cosa significa? Significa, semplicemente, volersi bene di più. Mi ero stancata delle pubblicità che vedevo ovunque su prodotti che promettevano miracoli (photoshop insegna), mi ero stancata della falsità diun marketing aggressivo che poggia su basi “sporche”, ossia su menzogna e ingredienti poco salutari. E mi ero stancata di capelli rovinati e di pelle spenta, visto che parliamo di cosmetica.
È tutto molto semplice: può un derivato del petrolio, per esempio, fare bene alla mia pelle o ai miei capelli? Sinceramente, sfido chiunque a dire che può fare bene. Può mascherare, può comparire in formulazioni atte a “incerare” ciò su cui vengono poste, ma non può fare bene. E su di me era chiaro, dopo anni di tinte, shampoo e creme ricchi di siliconi…
Simmondsia_chinensis_male_flowerQuello al bio stato un passaggio graduale e, di sicuro, non sono una fissata e nemmeno una “profeta” dell’eco-bio (dio me ne scampi). In particolare, aborro tutto ciò che è costoso, da sempre, e per questo cerco di sperimentare più prodotti possibili che compro al supermercato e che abbiano inci accettabili, ossia che non contengano siliconi, petrolati, peg, coloranti e altre schifezze.
Non mi piace acquistare online prodotti bio: trovo che costi troppo, che sia scomodo ricevere pacchi a casa (non ho la portineria), non mi piace acquistare senza “toccare” con mano. Mi capita di farlo, qualche volta, ma non è assolutamente mia prassi. Per questo mi auguro che tutte le aziende cosmetichemaggiori si sveglino dal letargo anni ’80 da cui non vogliono uscire e comincino aprodurre sempre più qualcosa di qualità, senza prenderci troppo per i fondelli.
E sapete una cosa? Ce ne sono eccome di aziende che ci provano, almeno, a fare prodotti bio. Ce ne sono abbastanza per lenire la mia smania di shopping compulsivo (per fortuna non eccessiva) e per soddisfare le mie “esigenze cosmetiche”. Non mi importa, poi, se i prodotti non sono perfetti, se non hanno certificazioni o se non sono adatti ai vegani, per esempio. La mia non è una religione, non è un imperativo categorico, è solo la ricerca di quello che è meglio per me.
Ingredienti dannosi: petrolatum, paraffinum liquidum, gli ingredienti che terminano in -one, -thicone oppure -siloxane (siliconi),  i numeri dispari (non sono tutti dannosi ma nel dubbio li evito), i PEG e PPG -i DEA, MEA, TEA, MIPA, l’EDTA, il carbomer assieme a radici quali crosspolymer o acrylate(s) o styrene o copolymer o nylon, la triethanolamine, il triclosan, DMDM hydantoin, imidazolidinyl urea, diazolidinyl urea, formaldheyde, methylchloroisothiazolinone, methylisothiazolinone, sodium hydroxymethylglycinate -chlorexidine -nonoxynol o poloxamer.
A questi ho aggiunto anche gli SLS e gli SLES, negli shampoo e nei detergenti, perché su di me risultano troppo aggressivi (a meno che non siano seguiti da cocamidopropyl betaina o cocoamphoacetate.
Deodoranti BIO

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